Ma si può veramente parlare di un “esilio” di Dante? Il dubbio può apparire persino irriverente: a risposta, sta tutta la Commedia, le tante altre pagine dolorosamente consacrate dall’Alighieri al proprio allontanamento da Firenze, e quella firma, exul immeritus, esule senza colpa, che sigla le epistole dantesche e riassume, tra rivendicazione d’innocenza ed esibizione della disgrazia, le condizioni derelitte del personaggio.