Se uno scrittore, un poeta, intitola l’opera sua maggiore Commedia, o più esattamente, “comedìa”, sembra di poterne dedurre che il ‘comico’ sia al centro della sua ispirazione. D’altronde, i lettori di Dante sanno bene che nella sua “comedìa” c’è… ben poco da ridere: il destino eterno delle anime, la loro perdizione o la loro salvezza è evidentemente quanto di più serio, e di meno comico, si possa immaginare.